Spettacolo e Arti Marziali

Spettacolo

Gli sport sono un banale passatempo alla portata di tutti, un intrattenimento per l'uomo medio. Chiunque può fare sport, specialmente quelle insignificanti attività dove si gioca con le palle. Se sei portato diventerai un campione, altrimenti passerai il tempo e resterai in forma. Gli sport giocando con la palla sono qualcosa che chiunque può fare e che può capire guardandoli come spettatore.
Non disprezzo del tutto chi gioca con una palla, il termine giocare è perfettamente adatto a questi sport e rende chiara la passione per queste cose, giocare appunto è divertente ed un piacevole passatempo. Ma non si parla di disciplina o qualcosa di profondamente ricco di spirito e complesse filosofie umanistiche. Si parla di giocare, solo giocare. L'unico sport che posso ammettere davvero che mi disgusti è il calcio, una piattaforma corrotta contornata di scommesse, denaro e ignoranza esaltata che trasforma il più analfabeta uomo medio in un violento bifolco capace di manifestare grottesche azioni solo perchè un branco di analfabeti imbecilli come lui che inseguono una palla dome dei decerebrati non buttano un pallone con un calcio dentro una rete.


Gli sport dove il corpo si lancia in qualcosa di più complesso e duro rispetto alla stupidaggine di inseguire una pallina sono qualcosa di totalmente differente. Cose che non sono alla portata di tutti. Questi sport di cui parlo di solito si vedono alle olimpiadi.
E poi c'è qualcosa di ancor più complesso, profondo e letteralmente importante oltre questi (sport), qualcosa che non si può assolutamente definire sport, qualcosa che richiede una dedizione tale da diventare uno stile di vita (più sano e onorevole di un banale sport), le arti marziali. Le arti marziali non si guardano, si praticano e non sono alla portata di tutti. Una disciplina così distante da quello che gli occidentali sono abituati a praticare quì, così complessa nell'utilizzo di svariate armi, nell'applicazione di un infinità di tecniche che richiede un grande lavoro psicomotorio, il tutto studiato da secoli di scienza e geometria del corpo, da veri guerrieri che hanno combattuto sul campo di battaglia, non potrà mai e poi mai essere compresa osservandola in un miserabile siparietto su internet o sul palcoscenico.
Chi giudica una disciplina per luoghi comuni, per ciò che si vede su internet o per ciò che vede su quei ridicoli film di Bruce Lee non ha alcuna voce in capitolo. Quello che è alla portata di tutti, come in questo casi un banale sport, non vale niente. L'essenza di una disciplina tradizionale trasmessa nei secoli da saggi guerrieri non potrà mai essere compresa a pieno da un incapace che prova a praticarla o da un ignorante che la guarda seduto davanti uno schermo. Questo è quello che pretende l'era moderna e che l'uomo medio nella sua incredibile ignoranza è convinto di poter fare. Giudicare in base alla vuota immagine.

La mia è una scuola privata e ho spiegato il perchè. A noi piace anche divertirci e metterci alla prova non solo negli scontri fisici ma anche nelle performance che hanno dietro una grande preparazione. Oltre la dura pratica dentro il dōjō che nessuno potrà mai assaporare senza entrare, ci dilettiamo anche nelle performance agli eventi pubblici culturali e su internet. Noi partecipiamo a parecchi eventi culturali, da quelli pop comics a noi molto graditi fino a quelli più incentrati esclusivamente sulla cultura tradizionale giapponese o sulle arti marziali.
Lo facciamo in primis per divertirci, collezionare esperienze ed avventure che ci rendono uniti. E poi visto che dobbiamo adattarci all'era moderna e "campare", lo facciamo anche per ottenere visibilità. Il tutto però con dignità e rispetto.

Questa visibilità deve essere rispettosa e consapevole che ciò che si osserva non è la realtà ma solo una parentesi rappresentativa molto limitata. Salti, capriole con quattro calci e balletti coreografati per il pubblico non spiegano affatto la scuola e la sua reale essenza sia chiaro per tutti. Siamo stati ospiti di una famosa manifestazione pop comics a Catania per diversi anni e ad un certo punto è cambiata l'organizzazione che gestiva la nostra area, che palesemente non ha compreso questo concetto e ci ha trattato come se praticassimo zumba pretendendo che facessimo le scimmiette da palcoscenico per il sollazzo del loro pubblico convinti che fosse sufficiente per presentare una disciplina tradizionale in modo adeguato e dignitoso. Non farò il nome di questo evento famoso ma penso che si sia capito benissimo di cosa parlo. Specialmente per chi ci segue.

Se volete conoscere davvero una disciplina tradizionale, dovete toccarla, sentirla, viverla, non guardarla.
Spesso guardano i nostri video gli spettatori si scoraggiano, «no ma io queste cose non posso riuscire a farle non fa per me», senza sapere che chiunque è partito da zero ed è solo questione di volontà, pazienza e duro lavoro sotto un professionista. Si certo c'è chi non è proprio portato per praticare una disciplina tradizionale ma non lo saprà mai se non ci prova vivendola. C'è anche un caso opposto che accade tra gli spettatori, si gasano basandosi sull'apparenza dello spettacolo volendo fare soltanto quello, a quel punto se pensi che le arti marziali siano questo vai al circo, almeno ti pagano per fare l'acrobata. Troppi fraintendimenti che limitandosi ad osservare un video o una performance sul palco scenico sono inevitabili. Noi ad eventi e fiere preferiamo dunque avere il contatto diretto col pubblico per poterci presentare in modo dignitoso e più chiaro possibile. La performance è solo una parentesi spassosa da guardare.

INTERNET

Internet ha messo la ciliegina sulla torta sui concetti espressi precedentemente sul fraintendimento visivo dello spettacolo.
Noi ci adattiamo e siamo presenti abbastanza attivamente sui social. Più presenti su instagram TikTok e Youtube, Facebook è un social ormai old style, bruttissimo dal punto di vista tecnico/grafico e poi ci stanno solo vecchi e "l'uomo medio" a pubblicare spazzatura, poco piacevole da utilizzare, lo trovo tremendamente ignorante, banale e ripetitivo.

Siamo presenti sui social ma con dignità. Ci mettiamo la faccia senza timore e vergogna perchè sappiamo chi siamo, cosa rappresentiamo e chi ci sostiene, ma senza svendere tutto ciò mostrando le nostre vere capacità per spiccioli like e follower. Ci limitiamo a mostrare solo abilità fine a se stesse e a fare performance per divertirci, basti questo a sollazzarvi. Il resto al Dōjō nella pratica reale.
Dolore, errori, fatica, sacrifici non si possono assaporare dietro uno schermo.

Oggi pur di fare busines e avere visibilità per arricchire il proprio ego, ci si cimenta a fare direttamente lezioni online, tutorial e altre disonorevoli svendite da mercatino. Si da troppa importanza all'apparenza. L'unico lavoro che conta è in un vero Dōjō, con un vero maestro qualificato, vivendo davvero esperienze belle e brutte per crescere.
Lezioni online ... sono una squallida perdita di tempo. Io per necessità le ho dovute fare qualche volta e posso benissimo confermare che ci fate ben poco con le lezioni online.
Posso capire quelle teoriche per cultura, ma quelle di pratica fisica no.

C'è un impegno considerevole di maestri e praticanti nel mostrare in rete tutto quello che fanno e come lo fanno, senza rendersi conto che stanno gettando al vento il valore delle cose che hanno ricevuto nelle mani di fake o di ignoranti deficienti che si permettono di giudicare sulla tastiera senza avere la minima idea di cosa stanno giudicando. Tale impegno, devia un maestro o praticante dal lavoro reale che deve fare in privato, abbassando la qualità della pratica e della disciplina, ormai concentrata per essere una serie tv per spettatori ignoranti in materia, ma che essendo appassionati, cliccano e danno fama.
Noi ci mettiamo in gioco mettendo la faccia, adattandoci, ma lavoriamo sodo nella realtà dietro lo schermo, senza sipario.
Mostriamo su internet video concisi e semplici, si anche qualche fatto di vita, ma dopo ore ed ore di allenamento e duro lavoro, per scaricare la tensione, ci rilassiamo un po' con i video per internet, divertendoci.
Si ci divertiamo, stiamo giocando quando vedete le nostre cose su internet, e addirittura per giocare meglio stiamo progettando anche Live Action. Dividendo così le due facce, serietà dietro lo schermo e divertimento sui social.
Niente lezioni online e tutorial, niente discrediti vari del nostro programma di istruzione, che custodiamo gelosamente con rispetto e dignità in nome di coloro che hanno sputato sangue e vita per condurli a noi con amore e discreta dignità.
Purtroppo, in pochi fanno come noi, le arti marziali a causa di internet, stanno perdendo la loro misticità per la voglia di miticità.

Campioni e Competizioni

Oggi quando si fanno arti marziali, la prima cosa che viene chiesta ad un praticante è: «Fammi vedere una mossa!» - «Che cintura sei?» - «Fai quelle cose dei film di Bruce Lee?», (io odio quei ridicoli film di Bruce Lee, hanno rovinato il mondo. Una generazione di ignoranti convinti di sapere cosa sono le arti marziali guardando quei ridicoli film).

Gli occidentali si soffermano sullo spettacolo da baraccone che si aspettano, basandosi sulla superficiale e banale apparenza di quello che vedono nei film. Oppure valutano l'atleta in base a titoli inutili come coppe e cinture colorate.
Cosa ne sanno questi trogloditi bifolchi dell'ovest della profonda spiritualità e infinita ricchezza che c'è dietro i retaggi asiatici? Nulla.
Hanno ridicolizzato, distrutto e dimenticato persino i loro di retaggi, figuriamoci come trattano quelli degli altri.

La competizione è giusta. Farsi male è necessario e importantissimo per formarsi.
Io sono cresciuto collezionando fratture, punti di sutura e innumerevoli contusioni, combattendo "sportivamente diciamo" ma soprattutto in strada in un'infanzia decisamente problematica che per fortuna mi ah fatto maturare e non mi ha trasformato in un teppista o peggio feccia criminale, ma in un nemico di tutto questo. Mettersi in gioco è coraggioso e di conseguenza onorevole. Ed è giusto premiare chi si mette in gioco con forza e coraggio. Creare situazioni in cui mettere alla prova se stessi, le proprie capacità e confrontarsi contro esperti avversari da cui imparare nella vittoria e nella sconfitta è importantissimo ed è sicuramente stimolante. E questo vale sia per chi fa uno sport, sia per chi fa arti marziali. Due parole che separo sempre. Ma in genere questo concetto di competizione vale proprio nella vita. L'importante è che tutto ciò sia fatto con dignità, rispetto e onore. Non si deve fare per spettacolo, per il proprio ego o pagliacciate da circo, per quello ci sono i luna park e le marionette.

Ma chi è davvero un campione? Chi vince un torneo mondiale o europeo? E come?
Ti ho toccato sullo stomaco 10 punti, ti ho dato un calcio sulla spalla 7 punti, ti ho atterrato 20 punti? Comodamente su un tatami in un breve scontro, bardati di protezioni? No. Questi non sono campioni. Sono solo scimmiette da palcoscenico, vincitori di gare sportive ben congeniate per fare business e spettacolo e convincere gli atleti a credersi chi sa che.

Noi ad esempio non facciamo gare perchè essendo addestrati all'arte della guerra siamo abituati a colpire per uccidere o neutralizzare l'avversario lasciandolo in vita con qualcosa di rotto. Dunque una gara sportiva di tale banalità ci renderebbe impacciati e di conseguenza parecchio annoiati. Boxe, Muay Thai ed MMA sono gli unici confronti validi.
Mettersi alla prova con chi pratica questi sport da combattimento è mettersi alla prova davvero. A noi piace questo.

Nella realtà di un combattimento in strada dentro una gabbia o su un ring contro guerrieri seri come chi fa Boxe e Muay Thai o contro gladiatori come chi fa MMA, i poveri atleti di arti marziali da tatami vestiti di bianco o blu con le cinturine colorate, illusi dal sistema sbagliato che li genera e gli fa credere di essere speciali campioni, sarebbero massacrati penosamente. Le cinture, medaglie, coppe ecc, di questi damerini da tatami, i guerrieri di questi sport da combattimento glie le farebbero ingoiare insieme ai denti. È la pura realtà gente.

In una reale situazione di violenza la paura diventa la sensazione più forte perché si rischia davvero di farsi male davanti ad un nemico che vuole farci a pezzi o peggio ucciderci, senza regole, senza casco, senza punti, senza tatami, ma solo col crudo e cattivo combattimento. Davanti a questa realtà questi individui cullati dalle regole non riuscirebbero neanche a muoversi o a percepire ciò che sta accadendo intorno a loro perché non sono stati addestrati contro la cattiveria, al vero massacro, alla paura, al dolore vero, ma solo ad una coreografia schematica da sport per far sentire i genitori orgogliosi visto i soldi che spendono. Campioni di qua e di la, ma per piacere. Saranno pure bravi a saltare, a dondolare e a muoversi come un maestro di arti marziali. Ma gli show men bravi alle acrobazie e alle coreografie contro un guerriero vero, cattivo, abituato alla violenza reale sono l'equivalente delle polpettine in brodo che servono in casa di riposo.

Questo può fare lo spettacolo, illuderti al punto da farti molto male quando la realtà decide di farti tornare con i piedi per terra.
Se dici di saper combattere provalo contro i draghi non contro le lucertole. Se vuoi essere grande non dirtelo da solo come un decerebrato ma lascia che siano gli altri a dirtelo dopo le grandi gesta che farai non sullo schermo ma nella vita reale.

 

Scolaro Giuseppe Simone

ジュセッペ シモネ スコラロ