Aforismi & Frasi di S.G.S
Mi piacerebbe condividere con voi lettori alcuni miei pensieri. Ovviamente sono opinioni personali, si può essere d'accordo oppure no, mi piace però aprirmi con voi ed esprimere alcune mie riflessioni.
Yuki no Senshi è una tradizione dedicata al Bujutsu, Hyōhō, Bugei, l'arte di applicare, studiare e praticare tecniche e strategie di guerra. Testiamo ciò che abbiamo ricevuto dalla trasmissione continuamente, per evolverla e mantenerla forte. Praticare in concomitanza contro chi fa sport da combattimento per usarli come strumento di realtà è importantissimo. Io non praticò il budō moderno, "la filosofia della guerra" danzando sportivamente come una donzella, predicando amore e pace nascosti al sicuro, lontani, inconsapevoli della dura realtà che la violenza e la cattiveria dell'uomo compiono quotidianamente.
Yuki no Senshi è una tradizione dedicata anche al Ninpō la via degli shinobi, la quale filosofia si basa sull'adattamento, sulla raccolta di informazioni e cultura, per avere la capacità di essere chiunque e di saper combattere contro chiunque.
Il budō è troppo statico e troppo venduto alle federazioni, non è più disciplina ma sport.
Troppi movimenti fissi, troppa staticità nella pratica facilmente assecondata dal partner.
L'unica vera costante nell'universo è il cambiamento e l'unico modo per prosperare attraverso di esso è l'adattamento, l'evoluzione.
Una tradizione muore quando si fossilizza nella sua staticità ostinatamente didattica. Certo, abbiamo necessariamente bisogno di una base autentica da cui partire studiando veri lignaggi autentici, altrimenti diventiamo come i fake e noi disprezziamo i fake.
Ma diventa tutto inutile se poi non ci si apre ad altre variabilità. La guerra non è così, in guerra tutto si trasforma e niente è ordinato o prevedibile come quello che si fa mentre ci alleniamo didatticamente.
Il ninja è la rappresentazione umana dell'adattamento e delle azioni non convenzionali, ma soprattutto del mantenere segreti, ecco perché la maggior parte delle cose che mostriamo riguardano la pratica dell'arte della spada che si studia nel nostro dōjō.
L'arte del combattimento corpo a corpo applicata nello Yuki no Senshi Dōjō è troppo realistica, davvero difficile da mostrare in simulazione, sarebbe davvero goffa, non ci piace come si traduce in video. La sua qualità si basa sull'applicazione reale.
Ci sono già quelli del Mc-ninjutsu Bujinkan che vendono tutto ciò che hanno per follower e like.
A noi non importa. Lo scopo della nostra accademia è la passione e la cultura.
La tradizione è identità. Difendo e salvaguardo tutte le tradizioni che incontro nel mio percorso di studio. Non fidarti mai di chi insegna, ma solo di chi studia dico sempre io. Tuttavia, questa tradizione deve essere continuamente evoluta, adattata alla cruda e imprevedibile realtà, altrimenti muore nell'immaginazione. Ci chiamano "i bastardi" perché non siamo convenzionali, non siamo fissi sullo "schema".
Ci sta bene essere conosciuti così, sperimentiamo, mettiamo sempre alla prova tutto ciò che abbiamo o impariamo, interagendo con realtà diverse con una mente aperta, praticando e studiando con chi pratica sport da combattimento come MMA, Boxe e Muay thai, per capire meglio dove vacillano le nostre azioni, non per cambiare la nostra identità ma per rafforzarla e darle qualità per resistere al futuro.
A tutti voi auguro serenità e pace nel praticare tutto ciò che amate, mettetevi sempre alla prova, non abbiate paura di sperimentare, perché è la pratica non la teoria che genera qualità.
Qualche ignorante ad un evento ci ha accusato di appropriazione culturale osservando la nostra zona di rappresentanza e le nostre attività.
Innanzitutto è importante chiarire che l’appropriazione culturale avviene quando una cultura viene rappresentata fuori contesto, in modo irrispettoso o sfruttato malamente per lucro, senza un’adeguata considerazione e dignità della cultura a cui appartiene.
Sono cresciuto con un giapponese e ho amici e affetti in Giappone.
Ho trascorso la mia adolescenza studiando, amando e rispettando profondamente la cultura giapponese al punto che, da adulto è diventata parte integrante della mia vita quotidiana. Non scegliamo dove nascere, ma attraverso i viaggi, lo studio e una piena immersione culturale, possiamo scoprire il luogo che fa per noi, che risuona nel nostro cuore, la casa del nostro spirito. Per me questo è il Giappone.
Ho fatto di questo stile di vita un principio fondamentale della mia vita, ed è sia la mia missione che mio grande piacere ed onore servire come ambasciatore straniero la cultura di un paese che, per me, è l'amore della mia vita.
Con rispetto, passione e dignità, intendo dimostrare che una disciplina asiatica non ha una razza, ma solo un cuore: il cuore di ogni essere umano che può onorare, amare e rafforzare una cultura e una disciplina attraverso il suo amore e rispetto per essa.
Questo è il mio obiettivo, questo è il mio scopo.
Danzare, fluttuare, lavorare con qualcuno che asseconda le cose surreali che pensiamo si possano fare in un combattimento reale.
A cosa diamine serve?
state solo perdendo tempo nell'illusione e nella banale filosofia.
Vuoi imparare a combattere? Vuoi essere in grado di difenderti davvero?
Devi sanguinare durante l'allenamento! Devi provare dolore durante l'allenamento! Devi sudare, mettere a dura prova la tua resistenza!
L'arte della guerra non è solo filosofia, ma una realtà, che va testata in un duro addestramento e su dure applicazioni per dare spirito alla sua qualità ed efficacia.
Per avere coscienza di quanto sia brutale e pericoloso fare la guerra, devi assaporarla non immaginarla.
A quel punto avrai coraggio, sicurezza in te stesso, rispetto e coscienza, sarai saggio nel decidere se vale la pena combattere o no. Se ti limiti a danzare mano nella mano facendo giravolte senza senso, imparerai solo a prendere botte e ad avere sempre paura.
Basa la tua percezione sulla realtà e non sui balletti da tatami che si fanno nel budō moderno.
Anche i più grandi Guerrieri hanno paura, commettono errori, ma nonostante questo vanno sempre avanti, fino alla fine, ecco perché sono Guerrieri. La paura genera concentrazione, consapevolezza. Gli errori generano saggezza. La volontà genera coraggio e forza.
Che rapporto ho con i miei allievi?
È la mia famiglia darei la vita per loro. Ma non è una famiglia scontata.
Ho tanti bravi allievi e per fortuna la maggior parte di loro sono degni di questa definizione, persone speciali a cui do l'anima in modo naturale ormai. Ma niente è scontato, niente è dovuto.
Non c'è indirizzo, nessuno sa dove siamo e come trovarci se non sui social o agli eventi in cui siamo invitati.
Per entrare al mio dōjō devi fare un colloquio con me, ti offro un caffè, se mi piaci entri, altrimenti ciao.
No non è una setta di fanatici invasati. Semplicemente non ho bisogno di tutti, per me non è questione di business, per me è solo questione di tradizione e trasmissione.
Qualità no quantità, io devo seguire con cura ogni passo dei miei allievi, nel caos di una folla inutile non riuscirei e una sede aperta al pubblico permetterebbe a qualunque buzzurro di entrare e farmi perdere tempo.
Ambiente pulito, selezionato dove si lavora serenamente in pace. Non ho tempo da perdere con sciocchezze come fare l'animatore, piacere a tutti e fare il santone.
Ho un compito da portare a termine, la promessa che ho fatto quindici anni fa è una missione che va oltre questa roba da mc-dōjō, di conseguenza chi mi da risultati concreti rendendo il mio tempo e il suo tempo, qualitativo, ha tutta la mia considerazione, posso anche dormire al dōjō sette giorni su sette per la crescita e l'addestramento degli allievi che mi danno il loro impegno. Chi sbuca una volta si è dieci no, per me è solo un numero, non avrà mai la mia considerazione oltre il tempo che avrà pagato.
Niente è dovuto e nessuno può comprarmi, io ho un debito con il mio Sensei e i suoi insegnamenti non con chi viene da me a cercarli. Se ci sei ti do tutto me stesso, la mia vita è al tuo servizio, se non ci sei, non sei niente per me, solo un ombra a cui sorriderò sempre perché comunque sono una persona civile, gentile ed educata. L'opportunità è solo tua.
La vita è breve ed imprevedibilmente fragile, ho dovuto veder morire persone a me molto care per capire quanto sia importante il tempo che dedichiamo a questa vita.
Non sprecarlo con gente inutile e con cose inutili.
Yuki no Senshi abbraccia ideali di combattimento che semplificano l'applicazione delle tecniche, capaci di assumere qualsiasi forma senza movimenti statici e fissi. Un combattimento che dura più di un minuto ha due significati; o i due guerrieri sono estremamente forti o fanno davvero schifo. Uno scontro vero, caratterizzato da cattiveria, violenza bruta con il solo intento di distruzione, dura solo pochi secondi.
Gli stili classici del budō più vicini ad un valzer, tendono a rendere armonioso il conflitto fluttuando mano per la mano come nella danza, ma possono fare queste assurdità solo nella loro immaginazione, supportandosi a vicenda assecondandoil proprio partner in questo balletto marziale.
Nella realtà del combattimento, per strada, sul ring, nella gabbia, non funziona per niente così; il valzer armonico non funziona affatto. L'avversario è un essere umano, attivo e imprevedibile, che non rispetta i principi studiati nell'insegnamento. La tradizione, l'insegnamento schematico sono necessari per avere un didentità, per avere le basi da cui partire e comprendere i principi della guerra.
La tradizione ci insegna a respirare, a camminare, cosa può fare il nostro corpo, come dovremmo comportarci per avere rispetto, onore e saggezza. Senza tradizione, siamo solo insulse bestie violente e chiunque sa essere violento se necessario.
Ma a un certo punto, bisogna andare oltre tutto questo; bisogna arrivare all'essenziale sfoltendo la massa di centinaia di nozioni scolastiche che alla fine non conteranno più.
Bruce Lee disse: "Il vecchio formalismo delle arti marziali solidifica ciò che era fluido, certamente è una prova di ostinata devozione, ma nell'era moderna contro i nuovi stili di combattimento più aggressivi, contro una società violenta e imprevedibile, non possono più portare da nessuna parte". Sono totalmente d'accordo con quete parole perché il mio stile ha questi principi come fondamenta di base.
Bisogna testare sulla realtà, combattere davvero! Provare contro gli sport da combattimento come MMA, Boxe e Muay thai., per vedere quali cose oggi possono essere utili e quali altre invece sono inutili. Capire cosa può essere rafforzato ed evoluto nella trasmissione che rappresentiamo e cosa deve essere rimosso perché è irrealizzabile e inutile, se non altro spettacolare.
Questo porta senza dubbio la disciplina nel futuro! Alla qualità!
Dio ... io credo che l'universo sia fatto di materia e spirito, che ci sia un'energia che collega ogni cosa, ma non ha nome né forma e certamente non è Dio. E grazie al cielo! Perchè se Dio esistesse davvero sarebbe un dannato bastardo senza madre né padre, un essere egoista che punisce chiunque non segua le sue regole come un dittatore spietato spedendolo all'inferno.
Sarebbe anche ipocrita, perché questo orribile dio è il primo a non seguire i suoi comandamenti. Manda all'inferno con il sentimento dell'ira, della vendetta, pecca anche di gelosia ed ego. Insomma possiede tutte le bassezze dell'essere umano.
Tutto questo ovviamente non ha senso. Nessuna logica in questa figura è creata a immagine degli esseri umani perché, privi di immaginazione, in un tempo ignorante hanno elevato la propria immagine al dominio della creazione creando una giustificazione alla paura della morte. Il Cristianesimo e l'Islam, per quanto mi riguarda, sono i peggiori mali dell'umanità. Nella storia, niente è stato più sanguinoso, soffocante e violento di queste due religioni di merda.
Io sono l'universo e l'universo è me, lo spirito unisce noi e il cosmo in un'unica realtà, la risposta all'esistenza è dentro i nostri cuori.
Questo dio che pregano come zombie lobotomizzati non esiste. E se esiste è un pezzo di merda che guarda i mali e le ingiustizie di questo mondo, oltre ad aver ignorato i suoi seguaci affliggere il mondo per secoli con la loro violenta imposizione della religione, senza fare nulla. La luce, il bene, tutto questo è nel tuo cuore, dentro di te e non appartiene a nessuno. Tu sei il tuo miracolo, tu crei il bene e il male, dovresti prendere le redini del tuo destino, perché la verità è che la nostra anima non ha padrone ed è libera.
La disciplina è onore, la trasmissione è identità, senza disciplina e discendenza, siamo solo bestie senza scopo.
Tutto ciò che ci è stato tramandato dai guerrieri dell'antico Giappone feudale è un'eredità preziosa e inestimabile.
Trasmetterla al futuro con dedizione, rispetto e amore è la cosa migliore che possiamo fare nella nostra vita.
Essere parte di una catena che attraversa ogni epoca grazie alla fede e all'amore dei guardiani che proteggono e insegnano questo tesoro a tutti i costi. Un tesoro che ci eleva intellettualmente e spiritualmente a semplici macchine da guerra.
Purtroppo quello che ci è giunto dagli antichi guerrieri del passato è qualcosa che oggi sta morendo nella forma e nella filosofia.
Le cose che abbiamo ricevuto dagli antichi guerrieri sono il risultato di esperienze reali nel campo della guerra, della vita e della morte. Esperienze vissute, battaglie feroci, rapide e imprevedibili hanno dato origine alla conoscenza che possediamo oggi, grazie a coloro che l'hanno tramandata intatta nel tempo. Strategie, scelte difficili in un'epoca di fuoco e metallo. Quegli antichi guerrieri non avevano nulla, nulla è stato loro tramandato. Hanno creato ciò che sappiamo e ciò che abbiamo ricevuto, basandosi esclusivamente sulle esperienze reali che hanno vissuto.
Se ci aggrappiamo troppo al "quadro educativo", alle forme e alla filosofia, perdiamo completamente di vista la realtà e la capacità di manipolare la battaglia al meglio delle nostre capacità. Per questo motivo, Yuki no Senshi segue due percorsi: quello tradizionale, dove lo schema scolastico e le forme di base, kamae, kata ecc, aiutano a comprendere le basi fondamentali della nostra identità marziale, ad acquisire equilibrio e saggezza, seguito da un percorso speciale non convenzionale, dove mettiamo alla prova tutto ciò che impariamo dalle nostre esperienze con altre scuole. Ho chiamato questa nuova linea di sistemi di combattimento Byakko Ryū 白虎流 perché questi ideali sono più profondamente impressi in me grazie alle mie esperienze di combattimento che non mi hanno mai legato al budō.
Sono stanco di tutto questo formalismo schematico sul tatami, fatto di regole senza spina dorsale, di un inutile eccesso di cerimonie atte ad allungare il brodo con il nulla, di gare e competizioni inutili, di esami facili in cui distribuiscono cinture a caso a chiunque solo perché la gente paga. Abbiamo troppi "Dan" con il ciuccio in giro. Tutto ciò che è facile e alla portata di tutti è assolutamente inutile, non vale nulla. Le federazioni sono un vero orribile sistema, sono la morte della tradizione, trasformando tutto in sport e business. Paghi, porti tesserati e ottieni esaltazioni e titoli. Mi dissocio da tutto questo.
"Non insegniamo a combattere, ma a reindirizzare il conflitto verso l'armonia".
Questa è la classica frase di chi non è capace di combattere realmente e non ha mai combattuto in vita sua.
Non capisco come queste persone possano insegnare arti marziali senza alcuna esperienza reale di violenza.
Quelli come me che hanno affrontato la vera violenza, non solo sul ring o nelle gabbie, ma soprattutto per strada in anni difficili della mia infanzia, qualcosa con cui ho dovuto confrontarmi durante la mia adolescenza in quartieri difficili, chi come me ha vissuto le stesse esperienze sa bene cosa significano la cattiveria e la brutalità e sono ben consapevoli degli aspetti pragmatici del combattimento.
In questo budō moderno, sono tutti filosofi, privi di esperienza reale della violenza, che immaginano come fermare un nemico con un valzer, attenendosi a forme e schemi in cui il partner li accompagna passivamente in ogni movimento. Ridicolo ...
Quando incontro qualcuno che si definisce "maestro di arti marziali" lo giudico in base a due cose: si allena in Giappone o nei paesi in cui ha origine la sua disciplina (questo determina se è serio e qualificato) e allo stesso tempo lo giudico in base alla pratica di combattimento. Se non ha mai fatto sport da combattimento massacrandosi a sangue per acquisire la vera esperienza della violenza bruta (è un filosofo e basta).
Sensei Scolaro Giuseppe Simone
ジュセッペ シモネ スコラロ