Biografia

Lo scopo di questa esclusiva scuola privata di Arti Marziali Tradizionali con sede a Catania è di accogliere in questo Dōjō indipendente, allievi scelti dopo un accurato colloquio ai quali sarà garantito:
• Una straordinaria cultura e conoscenza del mondo Giapponese e Cinese.
• Far parte di una catena di discendenza autentica e secolare che porta avanti nel tempo gli antichi retaggi dei guerrieri Ninja e Samurai.
• La possibilità di andare in Giappone, conoscere e allenarsi con le realtà autentiche ed ufficiali giapponesi.
• Una famiglia sempre unita, che insieme lavora sodo e si diverte con serenità e amore, vivendo un mondo di esperienze collettive.
• La capacità di saper combattere con coraggio uno o più avversari senza paura, a mani nude o con qualsiasi arma, tradizionale e non convenzionale.
• La conoscenza della scienza del corpo, della strategia e della natura.
• Prestanza fisica, agilità, flessibilità e resistenza.
• Una profonda coscienza di se, controllo e saggezza.

Il tutto se meritato e se si possiederanno queste quattro virtù:
• Pazienza
• Rispetto
• Volontà
• Intelligenza

 

Dopo alcuni splendidi anni vissuti in Piemonte sono rientato a Catania nel 2012 e ho deciso di non stare agli occhi di tutti.
Il Dōjō Yuki no Senshi nel 2015 letteralmente dal nulla. Costruito interamente da me e i miei allievi come in una favola, da un sogno, realizzato dalla volontà e dalla passione, dall'impegno e dall'amore. Man mano negli anni il Dōjō Yuki no Senshi ha cominciato a prendere forma e con lui anche i suoi allievi. Oggi si presenta come una casa in perfetto stile Giapponese, un luogo unico nel suo genere a Catania, colmo di cultura e ricco di praticanti esperti. Che ospita una vera e propria famiglia, unita e forte.

https://www.youtube.com/watch?v=73fJw9tiA0g&t=1s

 

 

Il mio cognome è Scolaro e sono un Sensei. Un paradosso che mi piace molto e ha stimolato una citazione ideata da me sulla quale baso i miei principi: "Non fidarti mai di chi insegna, ma solo di chi studia". Oggi  ci sono troppi esaltati che insegnano perchè hanno fretta di fare i maestri per sentirsi qualcuno avendo vissuto troppo poco tempo come allievi e questo fa di loro dei buffoni.

Ho avuto la grande fortuna di trovare una persona straordinaria nella mia vita che mi ha insegnato il valore di essere allievo e infatti oggi nonostante la sua scomparsa, nonostante io abbia 24 anni di esperienza, a 38 anni, studio e pratico ancora con altre scuole in Giappone, perchè mi sento un buon maestro restando allievo.

Sono stato addestrato ben quindici anni da un giapponese che mi ha fatto non solo da maestro, ma anche da padre.
Il rapporto confidenziale di estremo rispetto e fiducia che abbiamo avuto è più importante di mostrare credibilità ad un pubblico di fantasmi su internet per ottenere cose insulse come like e follower spiattellando la mia vita privata. Non romperò il patto e il legittimo desiderio di pace e privacy che la famiglia del mio maestro mi ha imposto nei documenti di successione firmati nel 2011. Dunque solo in privato, ai miei allievi e alle persone a me care rivelo segreti, foto e altre cose personali. Se devo proprio farmi un nome, farmi conoscere da un pubblico di estranei in quest'era dove è necessario mostrarsi su internet per campare, userò la mia faccia e le mie abilità, non le cose di chi me le ha insegnate.

L'equilibrio. La più grande fortuna della mia vita l'ho scovata in un'enorme sfortuna, quella di essere nato in Sicilia, un luogo ricco di storia e meraviglie ma povero di cultura nelle mani del niente e del nulla, dove domina l'analfabetismo, l'inciviltà, la delinquenza, il degrado urbano e sociale in tutti gli aspetti più inferiori di un luogo di basso livello colmo di pochezza.
Non c'è niente in Sicilia di qualitativo e dunque le realtà che vi sono, sono il niente, legate a bassezze banali di bassa rilevanza. L'unico modo per portare quì delle realtà autentiche e di spessore è viaggiare, studiare e praticare lontano da questo indecoroso sputo di terra, arricchendo se stessi osservando quanto è magnifico, avanzato e luccicante il mondo fuori da questo buio ghetto di bifolchi, profughi, beduini e malavitosi.
Inferiore luogo, inferiori abitanti, non tutti hanno la spinta di voler crescere e migliorarsi, infatti, piuttosto che fare sacrifici per evolvere si camuffano da grandi esperti insegnando senza aver imparato ed essere usciti di casa. Si inventano da soli sputando idiozie truffando e ingannando gli altri per sopravvivere. Quando a quattordici anni ho conosciuto il mio Sensei in me si è stimolata subito la voglia di andare via e conoscere il mondo e l'ho fatto ogni volta che ho potuto sin da ragazzino. Ho viaggiato da tutta la mia vita, vivendo anche fuori per diversi anni. Ho perso il conti di quanti aerei ho preso e la cosa mi piace tantissimo. Conoscere Sensei non mi ha solo fatto conoscere la mia ragione di vita, ma mi ha fatto scoprire qual è la mia vera casa. Il Giappone. Ho viaggiato parecchio e ho trovato luoghi meravigliosi dove ero disposto a viverci con piacere. Ma appena ho messo piede in Giappone la prima volta, ho respirato per la prima volta. Ho capito che quella è la mia gente, la mia cultura, la mia patria per la quale morirei e combatterei fino al mio ultimo respiro.
Dopo tutto noi possiamo decidere ogni cosa nella vita, anche dove morire se vogliamo, l'unica cosa su cui non abbiamo potere è dove e da chi nascere. Ma se decidiamo di aprire la mente, viaggiare e scoprire il mondo mettendo in gioco noi stessi, scopriremo chi siamo davvero e qual è il nostro vero posto nel mondo. Chi è insignificante, resterà piccolo dov'è a difendere un'identità che non ha costruito lui ma altri al posto suo.
Avere a che fare da quasi tutta la mia vita con i giapponesi ha stimolato la voglia di migliorarmi sempre senza fermarmi apprezzando ogni cosa di loro dalle cose più straordinarie della loro cultura alle cose più strane che ormai per me sono normali e pure giuste. Mi sono sentito sempre male nel vivere in Italia specialmente al sud.
Non voglio offendere nessuno ma ciò che dico è obbiettivamente assiomatico e palese agli occhi di tutti mi di spiace.
Non ci sono stimoli per me in nessun campo quì. Il livello è parecchio basso in molti ambiti, c'è tantissima mediocrità e superficialità in molti settori. E nelle arti marziali poi, non ne parliamo. Ci sono parecchie parentesi davvero imbarazzanti come i tanti fake maestri, argomento parecchio irritante, assurdo e disgustoso per me. E maestri titolati ufficialmente ma comunque incompetenti e davvero scarsi. Ci sono moltissime palestre di scarso livello buone solo a regalare cinture nere dopo esami ridicoli e per appendere medaglie e coppe inutili agli scaffali. Per non parlare degli sport da combattimento che vanno di moda colmi di bifolchi, tamarri e ignoranti, più dediti alle risse e a cose ben lontane dalla filosofia del budō.
Insomma sono tutti spacconi, campioni e maestri senza talento e validità, ma solo nel loro piccolo quartiere dove possono permettersi di fare i palloni gonfiati.

Ovviamente voglio fare di tutta l'erba un fascio sia chiaro, ma dopo più di dieci anni di esperienze quì conto su un solo palmo di mano i maestri degni di stima e le persone "normali e civili" che ho conosciuto. Ci sono i grandi ma sono pochissimi.
L'80% di ciò che ho visto confermo che è letteralmente tutto quello che ho descritto con obbiettività e cruda onestà.

Davanti a tutto questo degrado e mediocrità la popolarità italiana e specialmente siciliana non mi interessa minimamente.
Farmi un nome o essere popolare per un branco di babbuini che scendono dagli alberi di banane non vale nulla per me.
Quì dominano quelli che chiamano gli indigeni locali "zaurdi" (il tumore della Sicilia) l'sola è irrimediabilmente loro.
Ed è apprezzato solo il movimento trash e tamarro. Tutti i luoghi comuni sul sud è pazzesco quanto siano veri dannazione.
Che peccato, un posto così bello e con un potenziale così elevato ... mi dispiace dico sul serio.

La vita ha voluto che io non vivessi in Giappone, ma in Sicilia. Almeno per adesso, per motivi personali che non sto quì a narrare a voi estranei. Ciò non ferma la mia voglia di crescere e migliorare ancora ovviamente.
Quando Sensei è scomparso ho deciso di studiare ancora, crescere sempre di più e così ho iniziato a viaggiare in Giappone ogni anno, cercando altri maestri e altri lignaggi autentici su cui lavorare, per portare in questo luogo povero e privo di tutto un po' di reale cultura e qualità. I miei allievi sono la mia ragione di vita e voglio dare a questo posto un barlume di autentica realtà facendo dei veri maestri esperti. Sacrifico tantissimo per viaggiare, non sono ricco e devo lavorare davvero sodo raccogliendo i soldi tutto l'anno facendo tanti sacrifici per poter partire all'estero e pagare viaggi, lezioni e corsi. Ma la cultura, far parte di un retaggio prezioso legato alla mia amata patria, non ha prezzo per me. In pratica lavoro per pagarmi gli studi ancora oggi con lo scopo di portare ai miei allievi tutto ciò che so al meglio, facendo da ambasciatore di cultura giapponese quì a Catania.

Non ho mai avuto maestri occidentali prima dei 30 anni. Quando mi sono unito anche a Bujinkan nel 2015 ho iniziato a praticare anche con gli italiani per non perdere troppo tempo nei nuovi percorsi come appunto Bujinkan e Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū, potendo andare in Giappone una volta l'anno il percorso di studio andrebbe troppo a rilento e non tutte le lezioni oline sono qualitative a mio parere. Così per fortuna ho conosciuto dei bravi rappresentanti Italiani al nord e a Palermo.

Mi viene affibbiato il ruolo di Sōke della scuola Yuki no Senshi dal 2011.
In realtà sono diventato maestro prima di quanto volessi e ho iniziato questa carriera in modo davvero immaturo, oltre che avvelenato per la prematura scomparsa del mio unico vero maestro S.K. Non mi è mai interessato insegnare prima di avere l'onere di questa trasmissione sulla coscienza. Anni dopo ho iniziato ad avere più saggezza grazie alle mie amicizie in Giappone che mi hanno aiutato ad andare avanti. C'è sempre da imparare dalla vita e noi stessi siamo un mistero fino alla fine.

Si è vero possiedo un Menkyo, rotoli codificati e l'eredità autentica di una Ryū consegnata in valutazione a storici giapponesi e ufficializzata. Non voglio lasciarla morire con me e ho fondato una scuola di Bujutsu in questo periodo di Budō, ideando con la codifica che possiedo uno schema di studio strutturato sulle scuole moderne di arti marziali giapponesi. Io ho indossato solo una cintura, nera per tenere i pantaloni, oggi uno straccio a cui sono affezionato. Poiché io non ho appreso la disciplina con cinture colorate e altre sciocchezze dentro una fereazione ho dovuto osservare da vicino come le discipline odirne sviluppano programmi, esami e burocrazia per farmi un idea. Orrore comunque. Imbarazzante e rivoltante è il sistema federale sportivo ai miei occhi. Infatti nella mia scuola è strutturato tutto in modo totalmente diverso, a modo io. Non voglio fare l'ipocrita, io sono nato per insegnare e creare campioni, maestri. So farlo molto bene. Creare tesserati in un circo di futili buffonate titolate non è roba che si fa nella mia scuola. Mi reputo più un cultore e custode di antiche tradizioni. Nonchè un guerriero vero perchè ho passato la vita a fare a botte collezionando punti di sutura, fratture e contusioni, in strada e sportivamente in gabbia e sui ring.
Non ho paura di famri male. La sfortuna di crescere nei quartieri di una città degradante e rivoltante come Catania mi ha fatto crescre molto dal punto di vista della psicologia violenta. Quante botte che ho preso nella mia vita e quante ne ho date.
Ho perso il conto delle risse in cui mi sono ritrovato purtroppo. Ammetto che provo un certo gusto nel combattere e sentire il dolore, la rabbia e la furia della lotta. Ma detesto assolutamente la violenza gratuita e combattere per niente o peggio per fare spettacolo, una cosa per me rivoltante.

Sono stato quindici anni l'uchi-deshi di una figura per me importantissima, a conoscenza di antiche pratiche Ninpō e Bujutsu.
E sono stato addestrato duramente per diventare maestro e possessore di questo lignaggio.

Una volta acquisita la completa conoscenza pratica e filosofica di queste due vie, mi sono specializzato nell'arte della spada giapponese e nel combattimento reale corpo a corpo studiando ancora oggi con altri maestri giapponesi.
Anche se il mio Sensei resterà sempre e solo uno.

Quando poi ho scoperto in avanzato addestramento alcune intime pratiche tecniche ed esoteriche di alcune koryū, ho sviluppato una passione ed un amore spropositato per la storia del periodo feudale giapponese, iniziando a studiare senza più fermarmi.
Nel 2010 il mio adorato ed onorato Sensei ci ha lasciato ed è venuta a mancare una figura per me ormai paterna.
Ma la mia voglia di andare oltre e migliorare me stesso non è mai venuta meno, in suo onore e in onore di ciò che mi ha insegnato ancora oggi studio e pratico con nuovi maestri ed esperti di storia, giapponesi e italiani. (anche se con i giapponesi mi trovo sempre meglio devo ammettere).

Le persone sono convinte che la figura del "ninja" sia quella del tizio vestito di nero che sale sui tetti e uccide i nemici con armi strane come le famose stelle appuntite. E che il "ninjutsu" sia la disciplina che rappresenta questi tizi mascherati.

NON È ASSOLUTAMENTE COSì. Sono solo leggende per turisti e bambini.
Immaginate uno scemo tutto vestito di nero e incappucciato che girovaga per la città conciato così, bella spia segreta del piffero, ridicolmente sgamato e parecchio sospetto agli occhi di chiunque.

L'era moderna, specialmente in occidente gioca un ruolo di stupro della storia asiatica. Poiché l'occidente ha un naturale atteggiamento d'incredibile superficialità e mancanza di rispetto verso tutte le parentesi culturali asiatiche o di altra etnia, che tende spesso a ridicolizzare e beffeggiare con arrogante superficialità.
Otre che trasformare la passione in fanatismo e giocare un ruolo orribile nella pratica delle arti marziali, che finiscono con facilità nelle mani di invasati più dediti a generare una setta lucrativa piuttosto che una scuola.

La figura del ninja è contorta, poiché l'esistenza degli shinobi è avvolta nel mistero, mentre l'esistenza dei ninjutsu non è un mistero. Cosa intendo dire con questo? Proverò a spiegarlo in parole povere.
La parola Jutsu 術 implica l'abilità di saper praticare un'arte.
E i metodi comunemente associati agli shinobi (tali jutsu), erano in realtà praticati ed applicati da qualsiasi bushi o scuola koryū. Pratiche come Shuriken-jutsu o Kuji-kiri ad esempio non erano jutsu eseguiti esclusivamente dai "guerrieri ombra leggendari" chiamati nell'era moderna "ninja", ma anche dai samurai.

I ninjutsu dunque è vero che non sono altro che una serie di tecniche ed abilità speciali e peculiari, praticate da alcune unità, sparse in luoghi specifici del Giappone. Jutsu dei guerrieri nascosti nei boschi senza padrone, chiamati shinobi, non convenzionali e poco onorevoli per la maggior parte delle nobili casate samurai.
Tuttavia non è vero che erano praticati solo da questi personaggi misteriosi.

Ogni azione di spionaggio compiuta non convenzionalmente era "ninjutsu" e moltissimi bushi (samurai) sono stati protagonisti nella storia all'uso di queste arti. Arti in cui ci si impegnava ed applicava duramente, per apprendere appunto "jutsu" non convenzionali, per combattere, fuggire o compiere azioni di spionaggio.
E in maggior saggezza nelle pratiche esoteriche raggiungere "altezze" spirituali considerevoli.

Altro che guerrieri mascherati e mistici assassini con capacità sovraumane. Maledetto Naruto. Quest'era moderna ha innalzato il "ninja" e il "ninjutsu", in un piedistallo di abnormi balle. E ormai le persone non pensano altro che questo di questo argomento. 

Vuoi saperne di più? Leggi quì:

https://www.ninjutsukojiki.com/post/22

 

Ma allora i ninja esistevano davvero o no? Si ma non come pensate voi. Ma a questa domanda rispondo solo dentro il mio dōjō.
Cercate uno storico, vero, non quelli che si dichiarano storici imparando da wikipedia. Meglio ancora andate in Giappone e cercate gli storici giapponesi. E scoprirete ogni cosa sulla verità. E vi assicuro che vi stupirà.

Perchè noi Yuki no Senshi diciamo che siamo ninja e ci vestiamo da ninja in certe occasioni o fotografie?
Per incuriosirvi. Perchè ci adattiamo e giochiamo con i tempi che corrono e col pubblico.
Oltre ad essere praticanti seri di arti marziali, siamo anche performer di cultura giapponese ninja e samurai.
Essendo ambasciatore di cultura giapponese voglio attirare le persone alla splendida tradizione e cultura del Giappone.
Vallo a spiegare agli ignoranti occidentali (in questa materia), che ormai hanno quell'immagine iconica inchiodata nel cervello, quello che ho appena espresso e che ciò che credono di sapere sui ninja non è altro che una valanga di volgari sciocchezze.
Dunque ci presentiamo intanto con la figura del ninja (per come la volete vedere voi) chiamando in pubblico ninpō e ninjutsu quello che facciamo perchè più familiare alle vostre orecchie, giocando con voi, facendoci anche un po' di pubblicità già che ci siamo. Adattandoci all'era moderna che "vuole il ninjutsu associato ai ninja e che vuole vedere i ninja in un certo modo".

Sia chiaro quindi che sul web e sui palchi agli eventi stiamo giocando e ci stiamo divertendo col pubblico, non siamo assolutamente seri in questi contesti. Rispettosi con dignità ma non seri. La serietà è dietro le quinte.
Come i colleghi del Giappone noi facciamo video e foto mostrando abilità e professionalità con abiti tradizionali, leggendari e moderni, ma solo per accontentare un pubblico che vuole sbirciare e farsi un idea sulla cultura giapponese.

Solo dentro il mio dōjō viene spiegata l'intima verità su tutto ciò che credete di sapere sui ninja. E a quel punto aprendovi gli occhi e dopo aver ripulito il vostro cuore e la vostra mente dalle idiozie, colmerò quel vuoto con la vera tradizione e la vera disciplina.

Viviamo in un'era in cui purtroppo si deve campare con internet e probabilmente mi aprirò al pubblico un po' di più nel futuro, mostrando qualcosa di più concreto sui social. Ma la dignità e l'onore del lignaggio vengono prima dei soldi, prima di ogni cosa, sempre. Il social che più usiamo è Instagram in quanto i miei amici in Giappone sono più presenti su tale social ed è la piattaforma in cui ci sentiamo di più oltre Skype e Line. Youtube al momento è in secondo piano. Tiktok è un "mondo" nuovo che ancora non abbiamo capito ma lo usiamo abbastanza. Sembra un social dove viene mostrato il livello di salute mentale non idoneo alla vita dell'attuale umanità, ma ci siamo comunque pur non dandogli molta importanza. E poi siamo anche su Facebook, una schifezza di social. Facebook è ormai troppo old style e davvero, davvero ignorante in modo imbarazzante. Un social fatto malissimo su tantissimi aspetti tecnici e morali. Social orribile, davvero estenuante da seguire lo utilizziamo pochissimo. Oltre questo, non solo è un social schifoso ma è anche elaborato da dei pezzi di m* visto che hanno venduto tutti i nostri dati impunemente.

Ora tutto ciò che ho detto è la verità. Vi brucia e vi sto sulle scatole? Benissimo. Si sono antipatico, mi piace che io stia sulle scatole a coloro che snobbo e ignoro, avrò meno a che fare con certa marmaglia mi sta benissimo.

Io ho solo a cuore la crescita dei miei allievi in cultura, umiltà, intelletto, coscienza, dignità e abilità. Svegliandoli bene sul loro talento e sui valore della vita, in modo che sviluppino una propria identità e personalità aiutandoli a crescere saggi e capire cosa deve avere priorità e cosa deve essere ignorato. Aiutandoli a capire che se vogliono vivere davvero bene, dignitosamente e in qualità, devono andare via da quest'isoletta marcia nelle mani del crimine, del nulla e del niente. I miei allievi devono saper combattere veramente, spietati contro uno o dieci person, ma allo stesso tempo devono avere dieci cervelli.

Alcuni miei allievi sono con me da moltissimi anni e mi è stato chiesto da esterni, perchè non hanno la cintura nera.
Le cinture e i dan non servono a niente, sono spazzatura.
Sono solo dei promemoria tecnici e burocratici per noi, roba moderna.

Le mie "cinture verdi" sono ai livelli di tanti maestri dan, possono mangiarseli a colazione, cosa constata più e più volte in tante occasioni (e io non faccio mai chiacchiere a vuoto come i ritardati, chi mi conosce bene sa che parlo sempre e solo a fatti compiuti e appurati). Con questo ho dimostrato ai miei allievi, che il livello di qualità c'è in giro è pessimo.
Le mie cinture nere vanno al di là della forza. Il livello che pretendo io è davvero altissimo.

Il mio Dōjō è nascosto ma noi ci siamo eccome. Ci mettiamo sempre in gioco e alla prova mostrando la faccia, fieri di ciò che siamo e facciamo sia sul web e in ogni evento divertendoci e imparando insieme, siamo parecchio uniti e determinati.

Certo con parecchia difficoltà perchè siamo impacciati dal mostrare il meno possibile.

Visto come stanno le cose tra fake e incompetenti affamati di video, siamo propensi a non fare tutorial e a mostrare solo abilità senza troppe spiegazioni chiare. Non è facile farsi conoscere,e mettere la faccia sul web limitandosi così tanto.
Ma bisogna essere professionisti anche in questo.

Presto uscirà il libro Yuki no Senshi in cui parlerò più dettagliatamente della mia biografia, di come funziona la scuola, della storia e dei principi che ho imparato in Giappone sulle arti marziali. Esperienze in Giappone e in Italia, la storia di una scuola peculiare e antica che dal Giappone all'Italia ha creato un filo conduttore per mantenere vivo un lignaggio legato ai ninja e ai samurai.
Cultura, fatti interessanti e filosofia orientale, un libro per tutti gli appassionati del Giappone e delle arti marziali tradizionali giapponesi.

Grazie per il vostro supporto.

S.G.S