Donne e Arti Marziali
Sembra paradossale doverlo dire, ma ancora oggi esistono dubbi nelle donne sul praticare le arti marziali. Questo perchè viviamo in una società che strumentalizza il loro splendore su una sola direzione, atta generare la classica figura dolce, delicata di donzella indifesa da salvare e proteggere. E nascono luoghi comuni dove vengono fuori sciocchezze come solo le donne maschiaccio fanno le arti marziali.
La donna è sacra e va protetta senza subbio, portatrice di vita e creatrice di miracoli. Ma una donna senza risolutezza, senza coraggio e senza la capacità di vivere e badare a se stessa è una donna che non vale niente. Esattamente come un uomo con tali stesse bassezze.
La fugura della guerriera è sempre stata presente nella storia. Da quando l'uomo ha impugnato le clave per combattere, la donna non è mai stata da meno, ma era al suo fianco a combattere per gli stessi motivi. In natura addirittura sono le donne a cacciare e ad avere aspetto e dimenzioni più temibili.
La donna può perfettamente mantenere il suo splendore e il suo fascino pur essendo una guerriera abile e capace di combattere e difendere se stessa e gli altri. Ho paura dei lividi, mi si è spezzata un unghia, cicci e ciucciu. Tali sbrodolerie smidollate le ho viste anche negli uomini. La debolezza, la smidollaggine è umana non ha sesso. Chiunque può ascendere a migliorare le proprie capacità, la propria forza e i propri limiti.
Vichinghi, Greci, Romani, Barbari, Indigeni, in ogni cultura e popolo le donne hanno avuto la loro parte e figura importante in battaglia.
In Asia, particolarmente in Cina, le arti marziali cinesi nella loro raffinata eleganza e flessibilità versatile si abbottonano meglio su molti aspetti delle movenze e della struttura fisica delle donne, dando origine a composizioni di postura ed equilibrio corporeo notevoli ed estremamente utili all'uomo.
Parlerò ora di alcune donne, antiche e moderne e delle figure guerriere femminili della storia.
Molto prima che il mondo occidentale iniziasse a vedere i guerrieri samurai come intrinsecamente maschi, esisteva un impressionante gruppo di donne samurai, altrettanto potenti, intelligenti e letali delle loro controparti maschili. Si trattava di figure conosciute come Onna-bugeisha 女武芸者 che significa artista marziale femminile. Erano addestrate all'autodifesa e alle manovre offensive allo stesso modo degli uomini. Venivano persino addestrate all'uso di un'arma specificamente progettata per le donne: la Naginata 薙刀, per consentire loro un migliore equilibrio data la loro bassa statura e una protezione maggiore grazie alla distanza. Per anni hanno combattuto al fianco dei samurai maschi essendo tenutie agli stessi standard dei bushi nello svolgere gli stessi doveri. Le onna-bugeisha più famose sono Hangaku Gozen 坂額御前 - Tomoe Gozen 巴 御前 grande esperta di kyūdō 弓道 l'arte di tiro con l'arco, bajutsu 馬術 equitazione, e di kenjutsu 剣術 l'arte della katana - Ohori Tsuruhime 大祝鶴姫 conosciuta nella storia col solo nome di Tsuruhime 鶴姫 - Nakano Takeko 中野 竹子 e Hōjō Masako 北条 政子 il primo ministro donna d entrare in politica.
Una delle prime donne guerriere samurai fu l'imperatrice Jingū Kōgō 神功皇后.
Conosciuta anche solo come Jingū, questa famigerata e bellissima guerriera utilizzò le proprie abilità per ispirare il cambiamento economico e sociale. Secondo la ricostruzione leggendaria ella è conosciuta come l'onna-bugeisha che guidò l'invasione della Corea nel 200 dopo che il marito Chūai, quattordicesimo imperatore del Giappone fu ucciso in battaglia.
Sempre secondo la leggenda ella portò miracolosamente alla conquista giapponese della Corea senza dover versare una sola goccia di sangue. Nonostante le polemiche che circondano la sua esistenza e le sue realizzazioni, Jingū è stata un esempio di onna-bugeisha nella sua totale essenza. Anni dopo la sua morte l'esempio portato da Jingū è stato in grado di trascendere le strutture socio-economiche che erano state instillate in Giappone. Nel 1881 è diventata la prima donna ad essere presente su una banconota giapponese; progettata per impedirne la contraffazione, la sua immagine è stata stampata su carta oblunga.
Durante il periodo Heian (794-1185) ed il seguente periodo Kamakura (1185-1333) le donne che si trovavano in primo piano sul campo di battaglia furono l'eccezione piuttosto che la regola. Gli ideali giapponesi della femminilità predisponevano la maggior parte delle donne all'inazione e all'impotenza, in aperto conflitto con un ruolo da guerriera.
L'era d'oro delle Onna-bugeisha
Nei secoli dopo il regno di Tomoe Gozen, l'onna-bugeisha fiorì. Le donne guerriere costituivano gran parte del numero di samurai in un feudo, proteggendo i villaggi e aprendo più ryū in quanto avevano più tempo a disposizione. In tutto l'impero giapponese addestravano le giovani donne nell'arte della guerra e nell'uso della Naginata. Sebbene ci fossero molti clan diversi sparsi in tutto il Giappone, tutti includevano guerrieri samurai e tutti erano aperti generare onna-bugeisha addestrando donne.
Dopo l'arrivo degli americani in Giappone al comando di Matthew Perry, durante un periodo di disordini tra il clan Tokugawa al potere e la corte imperiale nel 1868, fu creato un gruppo di speciali donne guerriere conosciute come Jōshitai 娘子隊, governate da una Onna-bugeisha di soli ventuno anni di nome Nakano Takeko 中野 竹子.
Questa grande guerriera combatté e morì durante la guerra Boshin, colpita a morte da un soldato imperiale nella battaglia di Aizu del 1868.
Nata a Edo, l'odierna Tokyo, Nakano Takeko era figlia primogenita di Nakano Heinai (1810-1878), un samurai e funzionario di Aizu, e di Nakano Kōko (1825-1872), a sua volta figlia di Oinuma Kinai, un samurai al servizio di Toda del dominio di Ashikaga.
Aveva un fratello minore di nome Nakano Toyoki e una sorella minore Nakano Yūko (1853-1931).
La loro residenza era in Beidai Ninocho ai quarti di Tamogami Hyogo, un lontano parente del padre.
Era di bell'aspetto, ben educata e proveniva da una famiglia di samurai molto potente e rinomata in Giappone.
Dal 1853 al 1863 ricevette una rigida e completa formazione nelle arti marziali, nelle arti letterarie sui classici cinesi confuciani e nella calligrafia. Fu allieva di Akaoka Daisuke che era anche il celebre istruttore di Matsudaira Teru, sorella minore adottiva di Matsudaira Katamori, daimyō di Aizu. Insegnò a studenti più giovani di lei come sua sorella, che a sua volta frequentava la scuola.
Amava leggere le tante storie di donne guerriere, generali e imperatrici giapponesi, ma la leggendaria storia di Tomoe Gozen la colpì profondamente. Fin dall'infanzia, recitava la Ogura Hyakunin isshu.
Ottenne il menkyo in Hasso-Shoken, un ramo della maggiore tradizione Itto-ryu, stile di combattimento giapponese con la spada.
Con questo riconoscimento ufficiale della sua abilità, trovò un'occupazione presso la tenuta di Itakura, signore di Niwase, un dominio secondario nell'odierna prefettura di Okayama. Insegnò l'uso della naginata alla moglie del signore e la servì come sua segretaria.
Lasciò questa posizione nel 1863, quando fu adottata dal suo maestro, che era stato trasferito a Osaka per un lavoro al servizio di Aizu, che aveva forze schierate a Kyoto per compiti di sicurezza.
Il padre adottivo cercò di farla sposare con suo nipote ma lei rifiutò, visto che la nazione era scossa da disordini sociali.
L'allieva superò il maestro e dopo aver lavorato con lui come istruttrice di arti marziali durante gli anni sessanta, arrivò nella regione di Aizu nel febbraio 1868. Durante quei mesi primaverili ed estivi, insegnò la naginata a donne e bambini nel castello di Aizuwakamatsu.
In quel periodo è famosa la storia di lei che intenta spesso nel catturare i guardoni del bagno femminile punendoli severamente.
Kunoichi くノ一
Kunoichi è un termine giapponese che sta per "donna shinobi".
Il termine è stato ampiamente reso popolare dal romanziere Yamada Fūtarō 山田 風太郎 nel suo romanzo Ninpō Hakkenden nel 1964.
La parola è ispirata dallo smembramento del kanji di donna 女 che si pronuncia appunto onna.
く è il carattere hiragana ku
ノ il carattere katakana no
一 il carattere kanji di ichi (numero uno in giapponese).
Il termine kunoichi fu coniato qualche secolo dopo il periodo di maggiore azione degli "shinobi" e dunque molti storici giapponesi asseriscono che non siano mai esistite. Storicamente le kunoichi sono menzionate pochissimo, e quindi molte università storiche come la famosa Mie University 三重大学 specializzata proprio sulla storia degli shinobi, afferma che le kunoichi non siamo mai esistitie e che in realtà siano sempre state onna-bugeisha che praticavano arti esoteriche e di spionaggio, riuscendo grazie al loro aspetto ad infiltrarsi nei castelli ed ottenere informazioni.
Vero. Questo è vero. La maggior parte delle kunoichi storiche non erano altre che onna-bugeisha a conoscenza del ninpō effettivamente.
Come ho già spiegato il ninpō era peculiarità dei guerrieri dei feudi di Mie e Shiga, ma non era una loro esclusiva in quanto storicamente è appurato che molti samurai conoscevano buona parte delle pratiche del ninpō.
Tuttavia, nonostante questa affermazione veritiera, ovviamente esistevano le kunoichi. Tra i ranghi dei guerrieri di Mie e Shiga non c'erano solo uomini. Donne con la stessa conoscenza e capacità degli shinobi entravano in azione allo stesso medesimo modo riuscendo a destreggiarsi benissimo nelle arti giunte a loro dagli yamabushi, modificate poi nel tempo generando il ninpō dallo shugendō.
Essendo popolazioni libere, uomini e donne si aiutavano restando uniti in tutto, apprendendo dunque all'unisono tutto ciò che nasceva o giungeva da altri benefattori in quelle montagne. Tuttavia la loro carenza di definizioni ha generato parecchi dubbi sull'esistenza di definite figure, infatti chiamati in molti nomi nel tempo modificati e cambiati, gli "shinobi" non erano assolutamente facili da identificare, sia personalmente che esistenzialmente.
Nell'era moderna con l'avvento del "ninjutsu" come attività da tatami in seguito ad una moda scaturita da federazioni giapponesi, la figura delle kunoichi è cresciuta esponenzialmente generando più kunoichi di quanto in realtà la storia abbia mai avuto.
Oggi per fortuna molte donne praticano arti marziali, tuttavia noto che poche sono davvero convinte e determinate.
Lo prova il fatto ad esempio che se in una classe ci sono poche donne, questa si demoralizza e molla. Oppure al primo livido scappano terrorizzate. Smidollate io oso dire alle donne così. Ebbene si, perchè si può essere principessa ma anche guerriera allo stesso tempo.
Il sesso non conta nulla nell'addestramento, ma solo la propria crescita e la propria risoluta indipendenza.
Raramente per fortuna capitano corsi con una sola donna, anche se spesso in una classe di arti marziali le donne sono sempre in minoranza, non devono mai venire sprovviste di determinazione, passione e volontà di ottenere ciò che per cui hanno deciso di intraprendere la via della guerriera. Io infatti personalmente tratto uomini e donne senza distinzioni sessuali in quanto per me non sussitono differenze di questo genere nel contesto di addestramento. Le donne vanno incoraggiate a scoprirsi forti e risolute e non a nascondersi in una torre aspettando che il principe azzurro le salvi dal drago. Una donna che valga, il drago se lo mangia.
Com'è sempre stato nei secoli, anche oggi esistono figure femminili di una certa rilevanza nel campo delle arti marziali.
Ad esempio citando donne che conosco posso fare il nome di Jessica Gerrity con la quale capita ogni tanto di chiacchierare. Praticante di una delle discipline più tradizionali delle onna-bugeisha, il Kyūdō 弓道 l'arte del tiro con l'arco Giapponese e il Naginata-jutsu 薙刀術 l'arte dell'alabarda giapponese. La mia cara amica Tamayuri Tachibana 橘 珠ゆり Sensei di Kenbu ukon-ryū 剣舞右近流 la raffinata arte della danza della spada nello stile Ukon. Ma ne ho citate giusto due che conosco. Esistono migliaia di figure femminili davvero di spessore nel campo delle arti marziali, ma se sto quì ad elencarle tutte l'articolo non termina più, vi invito dunque a fare delle ricerche accurate.
Oggi, persino nei barbari sport da combattimento come MMA e Muay Thai si possono vedere figure femminili di grande rilievo nel contesto. Sicuramente è bello osservare frantumarsi, le pareti che dagli anni prima delle grandi guerre fino a oggi hanno soffocato i diritti e la libertà delle donne. Ma se studiate la storia delle donne che ho nominato in questo articolo, scoprirete che la donna è sempre stata presente nella storia, libera e in grado di combattere tanto quanto gli uomini. Per cui non abbiate timore o dubbi se vi stuzzica intraprendere la via della guerriera.
Scolaro Giuseppe Simone
ジュセッペ シモネ スコラロ