Yokai 妖怪
Yokai 妖怪 può essere tradotto come “manifestazione inquietante” o “sospetta apparizione”.
Gli Yōkai sono anche chiamati Ayakashi あやかし, Mononoke 物の怪 o Mamono 魔物. Mentre per la traduzione letterale occidentale Yōkai è inteso per “demone o essere demoniaco”, per i giapponesi tale parola è associata a spiriti sovrannaturale di natura sia malvagia che buona. Interagiscnono per lo più con le creature viventi, specie gli esseri umani, e il loro comportamento può variare da malevolo, dispettoso a benevolo nei confronti degli umani.
Il loro aspetto spesso ha caratteristiche animali ma possono anche avere un aspetto umanoide. Alcuni yōkai addirittura assomigliano ad oggetti inanimati, e altri ancora non hanno forma ma si presentano con un aspetto indistinguibile. Una peculiarità degli yōkai è la capacità dei mutaforma. Gli Yōkai mutaforma sono conosciuti come Bakemono 化け物 o obake che significa fantasma.
I folcloristi e storici giapponesi spiegano gli yōkai come personificazioni dei fenomeni soprannaturali o inspiegabili che accadono nella vita di tutti i giorni. Il Periodo Edo fu l'era in cui gli yōkai presero forma a livello illustrativo, grazie a molti artisti come Toriyama Sekien 鳥山 石燕 che gli diedero forma o addirittura inventarono nuovi yōkai prendendo ispirazione dai racconti popolari o semplicemente dalla propria immaginazione.
Chōchin-obake 提灯お化け
In questa opera di Katsushika Hokusai 葛飾 北斎 lo yōkai in questione è Chōchin-obake 提灯お化け il fantasma della lanterna di carta, per l'appunto chōchin. È uno Tsukumogami 付喪神 un Kami degli oggetti. Si tratta di un personaggio standard nel pantheon dei demoni.
A partire dal Periodo Edo fino all'inizio del XX secolo e ancora in uso oggi, appare nei giochi di carte kusazōshi, omocha-e e karuta come le obake karuta, come anche nei giocattoli Meiji e Taishō, nei libri per bambini e nelle attrazioni come le case stregate.
Quando una lanterna invecchia collassa, tende ad aprirsi e ad assumere forme strane. Ed è per questo che nasce questa leggenda.
Queste lanterne sono solitamente fatte di bambù, oppure carta o seta come tutti gli e prende vita non appena compie cento anni. Quando la carta inizia a dividersi lungo una delle sue nervature formando una bocca spalancata sta per essere posseduta da uno spirito. Tirerà cfuori una lingua lunga e penzolante e uno o due occhi nella metà superiore della lanterna sbucheranno fuori. Tal volta può anche comparire con braccia e gambe, ma è incapace di correre e non è interessato a fare del male. Se ne sta appeso li dov'è divertentosi a spaventare i passanti ridendo a squarciagola roteando occhi e lingua. Ma bisogna fare attenzione comunque. Spesso gli Onryō 怨霊 della classe Yūrei 幽霊 (anime dei defunti che sono incapaci di lasciare il mondo dei vivi e raggiungere in pace l'aldilà) assumono l'aspetto di un chōchin obake per recare danni ai poveri sventurati che incappano nella loro apparizione.
Karakasa-Kozō 唐傘小僧
Detto anche Kasa-Obake 傘おばけoppure anche Kasa-Bake 傘化け è uno yōkai della classe tsukumogami 付喪神.
Questi yōkai dall'aspetto sciocco sono ombrelli di carta oleata in stile cinese che prendono vita posseduti da uno spirito.
Hanno un unico grande occhio, una lingua lunga e serpeggiante e una gamba sulla quale saltella selvaggiamente.
Il Karakasa kozō non è particolarmente temibile, come per la maggior parte degli yōkai tsukumogami. Il loro divertimento preferito è sorprendere gli esseri umani avvicinandosi di soppiatto a loro spalmando con una considerevole leccata oleosa il loro collo o le loro gambe spaventando a morte i poveri sventurati. Si consiglia comunque prudenza.
Kappa 河童
I Kappa sono umanoidi rettiliani acquatici che prediligono come habitat fiumi, laghi, stagni, corsi d'acqua, cisterne, pozzi e sono presenti in tutto il Giappone. Goffi sulla terraferma, sono a loro agio nell'acqua e prosperano durante i mesi caldi e umidi. I kappa hanno generalmente le dimensioni e la forma di un bambino umano, ma nonostante la loro piccola statura sono fisicamente più forti di un uomo adulto.
La loro pelle squamosa varia di colore da un profondo verde terroso, al rosso luminoso e persino il blu. I corpi dei kappa sono fatti per nuotare, hanno mani e piedi palmati e senza pollice, un becco e un guscio simili a quelli di una tartaruga e una pelle elastica e impermeabile che puzza di pesce. Si dice che possano fare la muta. Altri tratti inumani del kappa includono l'avere tre ani che consentono loro di espandere tre volte più gas degli umani e puzzare di pià. Hanno avambracci attaccati l'uno all'altro all'interno dei loro gusci, tirando un braccio lo si allunga mentre l'altro braccio si contrae. Ma la loro caratteristica più distintiva è una depressione simile ad una ciotola che si trova in cima ai loro crani. Questo piatto è la fonte del potere di un kappa e deve essere tenuto sempre pieno d'acqua. Se l'acqua viene versata e il piatto si asciuga, il kappa non sarà in grado di muoversi e potrebbe anche morire.
Mentre i kappa più giovani si trovano spesso in gruppi familiari, i kappa adulti vivono una vita solitaria ed eremitica. Tuttavia è comune che i kappa facciano amicizia con altri yōkai e talvolta anche con gli umani. Dotati di un'acuta intelligenza i kappa sono uno dei pochi yōkai in grado di apprendere e parlare le lingue umane. Sono molto ben informati sulla medicina e sull'arte di sistemare le ossa.
Secondo la leggenda i kappa amichevoli hanno insegnato queste abilità agli umani. Tuttavia per divertimento adorano fare del male, praticare arti marziali come il sumo o la lotta libera e giocare a giochi di abilità come lo Shōgi 将棋.
I Kappa sono orgogliosi e testardi, ma anche tenacemente onorevoli. Non infrangono mai una promessa.
I kappa sono particolarmente affezionati a due cibi, i cetrioli e le interiora crude.
La leggenda narra che ... vanno matti in particolare anche per ani umani. (?) rido.
I kappa sono venerati nello shintoismo come una sorta di dio dell'acqua. Non è raro vedere offerte di cetrioli fatte sulle rive dei fiumi da umani devoti. In cambio i kappa aiutano le persone irrigando i campi, facendo amicizia con i bambini soli o gareggiando con gli adulti negli sport e nei giochi. Questi yokai disprezzano particolarmente mucche e cavalli e attaccheranno questi animali senza motivo se li incontrano. Dispettosi per natura i kappa emettono in pubblico gas rumorosamente molesti e adorano sbirciare i kimono delle donne.
A volte la loro malizia diventa persino violenta. La leggenda narra che i kappa sono noti per rapire o violentare donne che nuotano e addirittura in base a come gli gira possono uccidere persone che entrano in acqua. Il metodo di attacco preferito di un kappa è annegare le sue vittime o morderle a morte sott'acqua. Di solito attaccano il didietro per arrivare allo shirikodama, una palla di carne situata appena dentro l'ano. In acqua non c'è scampo per chi viene attaccato da un kappa. A terra invece è possibile sfuggirgli. Tra l'altro se viene superato in astuzia, l'onorevole kappa si sentirà obbligato a restituire un inchino. Se addirittura viene indotto ad inchinarsi così in basso da far fuoriuscire l'acqua dal suo piatto sul capo, il kappa può essere sopraffatto al punto che una volta sconfitto, giurerà fedeltà e amicizia al suo vincitore per il resto della sua vita.
Tanuki 狸
Il tanuki nel folklore giapponese è spesso raffigurato come un animaletto grassoccio, con gli occhi cerchiati di nero e che cammina eretto sulle zampe posteriori. Questa creatura mezza cane e mezza procione appartenente alla famiglia dei canidi, una sorta di via di mezzo tra un procione e un tasso. Sono famosi soprattutto per i loro giganteschi testicoli, elementi che fanno parte della loro iconografia a partire dal Periodo Kamakura (1189-1333). Il tanuki è una creatura mitologica che ha origini molto antiche in Giappone ed è considerata alla stregua della volpe kitsune, un animale magico e astuto, maestro del travestimento e mutaforma, scherzoso e malizioso. Esattamente come la volpe, il tanuki ha l’abitudine di trasformarsi per trarre in inganno gli esseri umani e a volte lo fa assumendo le sembianze di donna (proprio come fanno le volpi). Spesso però preferisce assumere le sembianze di un monaco Buddhista o anche di comuni oggetti.
In molte storie viene raffigurato come un animale malvagio e sinistro, in altre invece viene rappresentato come un animale un po’ ingenuo, timido e distratto. I più famosi artisti giapponesi si sono sbizzarriti nel rappresentare la peculiarità di questa creatura, testicoli, talvolta mostrati come sacche portate in spalla, tamburi, oppure altre volte trasformati addirittura in vele di una nave o in mantelli per ripararsi dalla pioggia. Oggi questa creatura è rappresentata anche nella cultura pop, basti pensare alle statue di tanuki con il cappelli di paglia e la fischetta di sakè sotto braccio che si trovano spesso fuori dai ristoranti di soba e udon, oppure al film “Pompoko” diretto da Hayao Miyazaki per Studio Ghibli.
Credere che questa particolare rappresentazione dei tanuki abbia l’intento di darne una valenza sessuale è errato.
La pelle dello scroto dei tanuki era considerata preziosissima in ambito metallurgico in quanto sottilissima e molto elastica.
Questo la rendeva ideale per avvolgere l’oro nella realizzazione delle foglie d’oro. Da qui si iniziò a considerare i tanuki (e i loro testicoli) un simbolo di prosperità e fortuna in grado di portare ricchezza, e proprio per questo motivo molti negozi e ristoranti hanno iniziato a esporre all’entrata piccole statue rappresentanti questi animaletti.
Koromodako 衣蛸
I Koromodako sono yōkai strani e terrificanti simili a polpi. Vivono nei mari che confinano con le prefetture di Kyōto e Fukui, in particolare nelle baie di Ine e Wakasa. Il koromodako sembra simile ai normali piccoli polpi. I maschi raggiungono solo una lunghezza di pochi centimetri, mentre le femmine possono crescere fino a cinque volte quella lunghezza. Essendo così piccoli sono soggetti alle maree e alle onde galleggiando ovunque tra le correnti trasportati ovunque li portino. Le femmine vivono all'interno di un guscio sottilissimo, mentre i maschi non hanno guscio. Quando i koromodako sono minacciati diventano molto pericolosi. Possono crescere istantaneamente fino a molte volte le loro dimensioni originali e diventare abbastanza grandi da inghiottire pesci, pescatori o qualsiasi altra creatura che potrebbe tentare di mangiarli. Allungando le braccia e il corpo assomigliano a un enorme pezzo di stoffa da cui i koromodako prendono il nome.
In questa forma un koromodako può inghiottire quasi tutto nell'acqua, anche intere navi. Avvolge le braccia e il mantello attorno alla nave, ai marinai e a tutto il resto, e li trascina negli abissi per non essere mai più visti. Dopo essersi nutrito il koromodako si riduce alle sue minuscole dimensioni, impossibili poi da rintracciare.
Appossha あっぽっしゃ
L'uomo nero dei bambini giapponesi. Nel folklore giapponese questi esseri dal rosso colorito e dalla chioma nera come la pece simile ad un mucchio di alghe compaiono sulla terraferma riemergendo dal mare solo una volta all’anno, durante il Koshõgatsu 小正月 la festa che celebra la prima luna piena dell’anno. Gironzolano chiedendo mochi di cui vanno ghiotti, rapendo bambini che sono stati cattivi trascinandoli in mare. La loro dimora infatti si dice che sia nel mar del Giappone al largo della prefettura di Fukui.
Si dice che la tradizione dell'apppossha risalga a molto tempo fa quando un marinaio di una terra straniera naugrafò e nuotò fino a riva nella prefettura di Fukui. Viaggiava di porta in porta chiedendo cibo. Si pensa che il nome "appossha" sia una variazione fortemente accentata delle parole dello straniero che chiede di mangiare del mochi. Probabilmente il nome deriva dalla contrazione di due parole: “Appo“, ovvero mochi e “hoshiya” cioè voglio. Nel folklore infatti, durante il loro girovagare gli apossha sbattono a terra delle teiere di ghisa con molta forza irrompendo nel silenzio delle strade gridando ripetutamente la parola “appossha” irrompendo di casa in casa a chiedendo cibo e ad informarsi se qualche bambino non ha fatto il bravo.
Namahage 生剝
La parola Namahage deriva da una frase che significa “vesciche sbucciate”. Il Namahage è uno spaventoso yōkai simile a un demone che vive dalle montagne del nord del Giappone lungo la costa settentrionale del Mar del Giappone. Sembrano Oni 鬼 (demoni dalle fattezze orchesche) con la pelle rosso scarlatto oppure blu chiaro. Hanno capelli selvaggi, gli occhi spalancati e grandi bocche piene di denti aguzzi. Quasi sempre hanno le corna che spuntano dalla fronte. Indossano vesti di paglia chiamati Mino 蓑 e sono sempre armati di grandi lame.
Una volta all'anno durante il Koshõgatsu 小正月 i namahage scendono dalle montagne per spaventare gli abitanti del villaggio.
Vanno da un'abitazione all'altra e brandendo furiosamente i loro coltelli pronunciando frasi come: "Ci sono bambini cattivi qui?".
Ai namahage piace particolarmente spaventare i bambini piccoli e le spose novelle. Nonostante il loro aspetto e comportamento siano feroci, in realtà sono yōkai dalle non cattive intenzioni. Sono inviati dalla montagna come messaggeri degli dei per spaventare e castigare con il terrore coloro che sono stati pigri o malvagi ispirando a coloro che sono stati perseguitati a migliorare i loro difetti.
Il nome namahage deriva da un'altra provocazione usata dai namahage: "Hai già sbucciato le tue vesciche?".
Nei freddi mesi invernali una persona pigra che trascorreva tutto il suo tempo davanti al caminetto senza fare nulla si faceva venire le vesciche per essere troppo vicina al fuoco e seduta per troppo tempo. Namomi è un nome regionale per queste bolle di calore e hagu significa sbucciare. La combinazione di quelle parole divenne namahage.
Oggi i namahage svolgono un ruolo importante nei festeggiamenti del capodanno nella prefettura di Akita (antica provincia di Dewa).
Gli abitanti del villaggio si vestono con impermeabili e gambali di paglia, indossano maschere e brandiscono grandi coltelli.
Vanno di casa in casa e recitano la parte del namahage. I residenti visitati da questi namahage fanno regali come i mochi ai loro "ospiti", mentre i namahage rimproverano i bambini e li avvertono di essere buoni. Anche le coppie di sposi novelli vengono molestate da questi namahage come la tradizione folklorìstica insegna. Ci si aspetta che rendano conto di tutte le azioni malvagie che hanno commesso durante il loro primo anno insieme, oltre a servire sake e cibo al namahage prima di mandarli via.
Tōmorokoshi no obake 玉蜀黍のお化け
I tōmorokoshi no obake sono deformità o mutazioni nelle spighe di grano che le trasformano in mostri. Appaiono in modo diverso a seconda della manifestazione. Sono essenzialmente innocui anche se il loro aspetto può essere inquietante.
Il mais è stato introdotto in Giappone alla fine del XVI secolo dai commercianti portoghesi. Le fluttuazioni della temperatura e dell'acqua possono portare ad anomalie fisiche nel mais che hanno dato origine a una serie di strane storie. I chicchi sovradimensionati o dalla forma strana possono sembrare occhi o bocche. Gli scolorimenti inspiegabili possono sembrare pelle o pelliccia. Queste strane escrescenze erano spesso attribuite agli spiriti che si attaccavano al mais. Nel 1845 un tōmorokoshi no obake crebbe in un giardino a Shinagawa.
Attirava spettatori da ogni parte per il suo aspetto particolare. Aveva decisamente l'aspetto di un pollo.
Il proprietario del mais aveva un amato pollo domestico che era morto quella primavera, lo seppellì nel suo giardino e la pianta di mais crebbe proprio sopra il punto in cui era stato sepolto il pollo. Si diceva che il pollo amasse così tanto il suo padrone che la sua anima non sopportava di lasciarlo. E così si è depositato nella pianta di mais e l'ha fatto crescere nella forma di un pollo.
Il villaggio di Hanyū nella provincia di Shimōsa (oggi parte della città di Jōsō, Ibaraki) è il luogo di una storia di fantasmi chiamata Kasane ga fuchi, in cui una giovane ragazza di nome Kasane viene tragicamente maltrattata, uccisa e poi gettata in una palude.
La sua storia è parodiata in una serie di stampe comiche a tema mais di Kuniyoshi. Kasane è raffigurata come una spiga di grano che sale dalla palude per perseguitare il marito assassino (raffigurato come una zucca). I chicchi sulla spiga di grano sono deformati e deformi, simili alle deformità che si diceva avesse il viso di Kasane.
Shumoku-musume 撞木娘
Shumoku musume, "la ragazza martello". Si presenta con una testa che ricorda quella di uno squalo martello oppure di una lumaca.
Ha grandi occhi che si estendono dai lati della testa. Indossa un kimono furisode, solitamente indossato da giovani donne non sposate.
Shumoku musume non è uno yōkai tra i più importanti, tuttavia la sua immagine è abbastanza nota in Giappone.
Questo perché è stata inclusa in Obake karuta お化けかるた, una versione a tema yōkai del popolare gioco di abbinamento di carte karuta.
Sebbene nessuna storia la accompagni in obake karuta la sua carta dice che appare sul Passo Usui, che separa le prefetture di Gunma e Nagano.
La parola shumoku si riferisce ai martelli di legno usati per colpire le campane del tempio. Non è chiaro se shumoku musume sia uno tsukumogami di un martello a campana o se il suo nome si riferisca semplicemente al fatto che la sua testa assomiglia a quella di un martello di legno.
Botamochi bakemono ぼた餅化け物
I botamochi bakemono sono fenomeni sonori che provengono da sotto le assi del pavimento di una casa. Prende il nome dal botamochi, un dolce a base di riso appiccicoso ricoperto di pasta azuki marrone. Si crede che siano spiriti dispettosi intenti nelle imitazioni sonore. Fanno scherzi alle persone imitando le voci di chiunque.
Tenome 手の目
I tenome vagano per i campi aperti o i cimiteri durante la notte cacciando gustosi umani. Aspettano che la loro preda sia molto vicina prima di attaccare. Quando ci si rende conto di essere faccia a faccia non con uno zato 座頭 (cieco) ma con uno yokai, è troppo tardi per scappare. I tenome possono correre molto velocemente e sebbene la loro vista non sia particolarmente forte, hanno un potente senso dell'olfatto che li aiuta a seguire le loro vittime nell'oscurità.
La vera natura dei tenome non è nota, ma molto probabilmente si tratta di fantasmi di uomini ciechi che sono stati derubati e uccisi da teppisti di strada. Questa spiegazione può essere fatta risalire a un racconto popolare in cui un uomo viene attaccato di notte da un mostro con gli occhi sui palmi e nessuno sul viso. L'uomo fugge in una locanda vicina per ripararsi. Racconta all'oste quello che ha visto, e l'oste risponde che qualche giorno fa in quel campo è stato assalito e derubato un cieco. Mentre l'uomo giaceva morente nell'erba, gridò con il suo ultimo respiro: “Se solo avessi potuto dare un'occhiata ai loro volti! Se solo avessi degli occhi che funzionassero, anche se solo sui palmi delle mie mani...!” La morte piena di risentimento del vecchio cieco lo fece rinascere come uno yokai con gli occhi sui palmi delle mani, proprio come desiderava.
A Shichi-jo (Kyōto), un giovane entrò di notte nel cimitero per mettere alla prova il suo coraggio. Dall'oscurità un vecchio cieco si avvicinò al giovane. Quando la figura anziana si avvicinò abbastanza da essere vista in dettaglio, il giovane vide che aveva gli occhi sui palmi delle sue mani, ed iniziò a sappare inseguito ferocemente. Il giovane corse più veloce che poté verso un tempio vicino e implorò il sacerdote per avere asilo. Il prete nascose l'uomo all'interno di una lunga cassapanca e chiuse a chiave il coperchio. Poco dopo il mostro entrò nel tempio annusando rumorosamente come se stesse cacciando. Il giovane ascoltava il rumore del suo annusare avvicinarsi sempre di più, finché non si fermò proprio accanto al baule in cui si era nascosto. Poi, ci fu uno strano suono di risucchio, come il suono di un cane che succhia le ossa di un animale. Poco dopo, i suoni inquietanti svanirono e tutto tacque. Il prete aprì la cassa per far uscire il giovane, ma tutto ciò che c'era dentro era la pelle flaccida e vuota del giovane. Le sue ossa erano state completamente risucchiate dal suo corpo.
Bakezōri 化け草履
Quando i sandali di paglia conosciuti come Zōri 草履 sono stati maltrattati e dimenticati dai loro proprietari, si trasformamo in sandali-yōkai indemoniati chiamati Bakezōri. Questi yōkai a forma di sandalo possiedono braccia e gambe e hanno un unico grande occhio al centro. Una grande bocca con una lunga lingua fluttuante. Di notte corrono per casa, provocando guai e facendo rumore. I Bakezōri sono molto dispettosi e sono dediti a cantare. Il loro canto preferito, che amano intonare mentre corrono per casa dice: Kararin! Kororin! Kankororin! Managu mittsu ni ha ninmai! Kararin! Kororin! Kankororin!
Rokurokubi 轆轤首
Di giorno le rokurokubi sembrano essere donne normali. Di notte tuttavia, i loro corpi dormono mentre i loro colli si allungano assumendo lunghezze incredibili vagando indipendentemente libere. A volte le loro teste attaccano piccoli animali, oppure leccano l'olio per lampade con le loro lunghe lingue. E altre volte causano solo guai spaventando le persone vicine. A differenza della maggior parte degli yōkai che nascono come mostri, i rokurokubi e i loro parenti stretti i nukekubi 抜け首 sono ex umani trasformati da una maledizione derivante da qualche male o misfatto. Forse hanno peccato contro gli dei o la natura, o forse sono state infedeli ai loro mariti. In molti casi i loro mariti o padri hanno effettivamente commesso il peccato, e per qualche crudele scherzo del destino gli uomini sfuggono alla punizione e le donne ricevono invece la maledizione vendicantosi ovviamente contro gli uomini. Dunque la maledizione rokurokubi colpisce solo le donne.
Una leggenda narra che un signore notò che l'olio nelle sue lampade stava svanendo a un ritmo allarmante e sospettò e quindi ebbe la sensazione che una delle sue serve potesse essere una rokurokubi. Decise di spiare la ragazza. Dopo che si era addormentata, lui si insinuò nella sua stanza e la contemplava. Presto notò vapori ed ectoplasmi che si formavano attorno al suo petto e al suo collo. Poco dopo la serva si girò nel sonno, ma solo il suo corpo si mosse. La testa rimase al suo posto e il collo giaceva disteso tra i due. Il giorno dopo l'ha licenziata. È stata licenziata da ogni luogo in cui ha successivamente lavorato. La povera ragazza non ha mai capito perché ha avuto tanta sfortuna con il suo impiego. Non ha mai scoperto di essere una rokurokubi.
Un vecchio racconto della provincia di Tōtōmi nella prefettura di Shizuoka, racconta di un monaco che fuggì con una giovane donna di nome Oyotsu. Durante il viaggio Oyotsu si ammalò. Curarla avrebbe esaurito tutti i soldi del viaggio, quindi il monaco uccise Oyotsu e rubò i soldi rimanenti. Durante i suoi viaggi soggiornava in una locanda di proprietà di un uomo con una bellissima figlia. Il malvagio monaco divideva il letto con la figlia del locandiere e durante la notte il suo collo si allungava e il suo viso si trasformava in quello di Oyotsu.
Lo ha accusato con rabbia di averla uccisa. La mattina dopo il monaco, pentendosi delle sue cattive azioni, confessò al locandiere l'assassinio di Oyotsu. Il monaco raccontò anche al locandiere ciò che aveva visto la sera prima. Il locandiere ha confessato che anche lui aveva ucciso sua moglie per i suoi soldi. Ha usato i soldi per costruire la sua locanda e come punizione sua figlia fu trasformata in un rokurokubi. Successivamente, il monaco si riunì al suo tempio, costruì una tomba per Oyotsu e pregò ogni giorno per la sua anima.
Quello che è successo alla figlia del locandiere non venne mai più menzionato.
Amanojaku 天邪鬼
Gli amanojaku sono mostri malvagi conosciuti da prima della storia scritta in Giappone. Sono descritti come kami malvagi, oni minori o yōkai che causano danni e compiono azioni malvagie. In particolare, sono noti per provocare gli umani ad agire in base ai desideri malvagi ed empi sepolti nel profondo dei loro cuori. Diffondono inquinamento spirituale ovunque vadano. Sebbene siano antecedenti al buddismo in Giappone, gli amanojaku sono spesso raffigurati nelle immagini buddiste come simboli della malvagità che viene sconfitta dalla rettitudine. In particolare, i Quattro Re Celesti sono raffigurati in piedi sopra i demoni, schiacciandoli: si dice che quei demoni schiacciati siano amanojaku. Anche l'armatura del dio Bishamonten è decorata con facce demoniache, che si dice siano questo spirito malvagio.
Amanojaku ha origine nella mitologia antica. Sebbene le loro vere origini siano un mistero, sembra che si siano sviluppate da antichi miti di malvagie divinità shintoiste. Amanozako, Amenosagume e Amenowakahiko condividono tutti aspetti della natura minacciosa di questo spirito. È opinione diffusa che amanojaku abbia avuto origine da uno o addirittura da tutti loro.
Il racconto più noto su amanojaku è la storia di Uriko hime. In questa storia, una coppia di anziani senza figli ha scoperto una bambina all'interno di un melone. L'hanno portata a casa e l'hanno cresciuta come loro, e l'hanno chiamata Uriko hime. È diventata una bellissima giovane donna e un giorno è arrivata una richiesta per la sua mano in matrimonio. Felicissimi, i suoi genitori andarono in città per acquistare la sua dote e prepararsi per il suo matrimonio. Prima di andarsene l'hanno avvertita di non aprire la porta a nessuno, per nessun motivo.
Poco dopo, Uriko hime sentì bussare alla porta. "Uriko hime, per favore fammi entrare!" Si è rifiutata di aprire la porta. La voce rispose: "Se non vuoi aprire la porta, almeno apri un po' la finestra..."
Con riluttanza, Uriko hime aprì appena la finestra. Non appena l'ebbe fatto, un lungo dito artigliato scivolò nella fessura e spalancò la finestra. Era un amanojaku! L'amanojaku balzò su Uriko hime, strappandole i vestiti. La giovane donna ha lottato per la sua vita, mordendo e prendendo a calci il demone, ma non era abbastanza forte. L'amanojaku le ha spezzato il collo ed è morta.
L'amanojaku non si è fermato qui, comunque. Ha scorticato la pelle di Uriko hime e l'ha indossata come un vestito, nascondendosi nei suoi vestiti e travestendosi da ragazza. Quando i genitori della ragazza sono tornati a casa, sono stati ingannati nel pensare che la loro figlia fosse ancora viva. Finalmente è arrivato il giorno del matrimonio. L'anziana coppia ha portato l'amanojaku sotto mentite spoglie al suo futuro marito. Tuttavia, un corvo su un albero vicino chiamò, avvertendo la coppia che la loro figlia non era quello che sembrava. Hanno afferrato forte la sposa e l'hanno tenuta ferma. Hanno lavato il suo corpo finché la pelle scorticata non si è staccata e l'amanojaku è stato rivelato. L'amanojaku corse per salvarsi la vita, ma la coppia di anziani lo inseguì. Sempre più persone si unirono a loro, finché un'intera schiera di abitanti del villaggio inseguì il demone attraverso il villaggio. Alla fine, i cittadini raggiunsero l'amanojaku e lo colpirono con bastoni, pietre e strumenti. Hanno picchiato il demone in un pasticcio sanguinante ed è morto.
Kejōrō 毛倡妓
Il kejōrō è uno yokai prostituta il cui viso e corpo sono nascosti dietro una cortina di lunghi capelli neri arruffati. Appare nei quartieri a luci rosse e nei bordelli. Nella maggior parte delle storie sono solo i capelli sulla sua testa ad essere inquietantemente folti e lunghi, ma in altre storie tutto il suo corpo è ricoperto di folti capelli come una specie di bestia. Le vittime di un kejōrō sono i giovani che frequentano bordelli e quartieri a luci rosse. Pensando di vedere una ragazza ingannato dalla lunga chioma vista di spalle, un uomo corre dal kejōrō per parlarle. Quando si volta il suo viso e il suo corpo sono coperti da un folto tappeto di capelli, nascondendo tutti i suoi lineamenti. La sua vittima è scioccata dall'orribile mostro peloso di fronte a lui. Viene attaccato subito dopo dallo yokai che aggrovigliando la vittima tra i suoi capelli lo stringe a morte tagliandolo tutto. Nonostante il suo aspetto orribile per gli umani, si dice che il kejōrō sia piuttosto popolare tra gli yokai. Così popolare infatti, che gli yokai maschi spesso combattono tra loro per lei, in competizione per il suo affetto o simpatia.